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Le infezioni genitali femminili sono causate da uno squilbrio dell'ambiente vaginale. Quando l'ecosistema vaginale è alterato si creano le condizioni che favoriscono il sopravvento di alcuni microorganismi sulla normale flora batterica. Tali microrganismi possono dare origine a sintomi quali prurito e bruciore intimo, perdite vaginali maleodoranti e cistite.

Attraverso un tampone vaginale completo  è possibile effettuare uno studio della flora batterica e individuare il tipo di infezione in atto. 

Tipi di infezione vaginale

Le infezioni vaginali possono esser classificate in 5 gruppi in base al tipo di patogeno che ha preso il sopravvento sugli altri:

  • Batteri anaerobi (vaginosi)
    Sono batteri che vivono in assenza di ossigeno, NORMALMENTE presenti in vagina (stafilococco anaerobio, streptococco anaerobio, Ureaplasma, Trichomonas, Gardnerella e Mycoplasma). Finché restano in equilibrio con il resto della flora batterica i batteri anaerobi sono innocui. Quando questo equilibrio si altera subentra VAGINOSI, un'infezione caratterizzata da: ph vaginale superiore a 4.5, abbondanti perdite bianco-grigiastre e maleodoranti, assenza di infiammazione, odore di pesce, prurito (spesso riferito come "prurito intimo) soprattutto in fase post mestruale e dopo i rapporti sessuali.
  • Batteri aerobi (vaginite)
    Sono batteri che vivono in presenza di ossigeno, innocui, generalmente di provenienza intestinale, NORMALMENTE presenti in vagina (Streptococco, Enterococco, Escherichia coli, Klebsiella, Proteus mirabilis, Pseudomonas, ...).Finché restano in equilibrio con il resto della flora batterica i batteri aerobi sono innocui. Quando questo equilibrio si altera subentra VAGINITE, un'infezione caratterizzata da: franca infiammazione delle mucose, bruciore "intimo", prurito, dispareunia, eritema, talvolta ulcerazioni, perdite giallastre maleodoranti, ma senza odore di pesce tipico della vaginosi. Il ph risulta elevato e supera addirittura il 6.
  • Candida (micosi da candida)
    La candida è un fungo (più precisamente un lievito) presente normalmente in piccole quantità nella nostra vagina. Numerose sono le specie di candida vaginale, ma quella rappresentativa della flora batterica è in genere albicans. Finché resta in equilibrio con il resto della flora batterica la candida è innocua. Quando questo equilibrio si altera subentra MICOSI DA CANDIDA, caratterizzata da perdite ricottose, bruciore intimo , prurito, eritema.
  • Lattobacilli (citolisi)
    I lattobacilli sono batteri Gram+ e rappresentano i microrganismi maggiormente presenti in vagina. Questi batteri proteggono l'ambiente vaginale dall'attacco di microrganismi patogeni. Finché restano in equilibrio con il resto della flora batterica i lattobacilli sono innocui. Quando diminuiscono Quando i lattobacilli aumentano notevolmente rispetto alla quantità normale (evento raro) subentra CITOLISI. La citolisi è caratterizzata da secrezioni bianche simili a quelle dovute a candida. La sintomatologia di solito è assente.
  • Microrganismi provenienti dall'esterno (malattie sessualmente trasmesse)
    Sono microrganismi che NON fanno parte della normale flora batterica vaginale. Si tratta di virus (Herpes virus, hpv), batteri (Chlamydia trachomatis, gonorrhoeae) o protozoi (thricomonas vaginalis). Quando vengono trasmessi dalla persona infetta attraverso (soprattutto) rapporti sessuali provocano MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE (MST). I sintomi variano in base al tipo di patogeno coinvolto. Alcune MST sono provocate da microrganismi che usano gli organi sessuali solo come strumenti per penetrare nel corpo umano senza provocare danni locali a livello genitale, ma in altre sedi (AIDS, epatite B e C).

L'infezione vaginale più comune è la vaginosi batterica, seguita dalla micosi da candida, dalla vaginite aerobica e infine dalle malattie sessualmente trasmesse. La citolisi sintomatica è una condizione piuttosto rara.

Approfondimento:
Flora batterica vaginale

Convenzioni per i soci

I fattori che scatenano l'infezione.

L'equilibrio vaginale e quindi la salute genitale sono garantite da tre fattori fondamentali: la presenza di lattobacilli vaginali , il ph vaginale acido e l'integrità delle mucose genitali. Tutto ciò che compromette una di queste 3 variabili predispone la donna allo sviluppo di un'infezione genitale. Questo equilibrio può essere rotto da diverse cause:

Terapie antibiotiche. È ampiamente dimostrato che i trattamenti antimicrobici impiegati nelle affezioni vaginali uccidono i lattobacilli alterando la flora batterica vaginale.

Diminuzione di estrogeni. La diminuzione degli estrogeni ed il conseguente aumento del progesterone alza il ph e diminusce i lattobacilli, che lasceranno il posto ai patogeni. Gli estrogeni diminuiscono uno o due giorni prima del ciclo mestruale, in gravidanza, in menopausa, in caso di terapie ormonali anticoncezionali.

Lesioni della mucosa. Se il tessuto vaginale fosse integro riuscirebbe a difendersi da eventuali patogeni che fossero riusciti a eludere il controllo dei lattobacilli. Venendo meno questo primo strato di cellule squamose superficiali più resistenti, la mucosa resta più vulnerabile agli attacchi microbici.

Igiene inadeguata. L'igiene intima frequente, i prodotti detergenti e le lavande vaginali, oltre a togliere meccanicamente la normale flora batterica difensiva, provocano sensibilizzazione, reazioni irritative locali e riduzione delle capacità difensive della mucosa vaginale.

Rapporti sessuali. Il rapporto sessuale praticato in condizioni di assenza di desiderio, scarsa lubrificazione o contrattura muscolare comporta un maggior attrito effettuato dal pene sulla mucosa vaginale con conseguenti microlesioni, che comprometteranno l'integrità dello strato di cellule squamose.

Debilitazione fisica. A causa di terapie cortisoniche e immunosoppressive, infezioni ricorrenti, deficit immunitari, malattie prolungate, dimagrimenti importanti e improvvisi, disbiosi intestinale, alimentazione scorretta, stress, intossicazioni da metalli pesanti, diabete, ecc.

Approfondimento:
Fattori scatenanti delle infezioni genitali 
Le difese genitali
Com'è fatto il tessuto vaginale

 

Le complicanze

Oltre alla vagina i patogeni possono aggredire la vulva, la cervice e l'utero provocando bruciore, dispareunia, prurito e perdite grigiastre, bianche o gialle.

Spesso l'infezione coinvolge anche la parte dell'uretra che sbocca verso l'esterno e le ghiandole parauretrali dando una sintomatologia più simile a quella dovuta alla cistite, che non all'infezione vaginale: bruciore alla minzione, sensazione di mancato svuotamento, urgenza, frequenza.
Dal meato uretrale l'infezione può risalire attraverso l'uretra fino alla vescica dando origine ad una reale cistite. In questi casi purtroppo viene curata solo l'infezione urinaria con antibiotici che alterano ulteriormente le condizioni della flora batterica vaginale. Perdurando lo squilibrio vaginale (incrementato dall'antibiotico stesso) e quindi il serbatoio batterico genitale, aumenteranno le condizioni favorevoli allo sviluppo di ulteriori cistiti e vaginiti.

Raramente accade che patogeni di diverse specie contemporaneamente risalgano dalla vagina verso gli organi più interni (le tube di Fallopio, l'utero, le ovaie ed il peritoneo pelvico). La conseguenza è la malattia infiammatoria pelvica (MIP) caratterizzata da dolore nella parte inferiore dell'addome talvolta accompagnata da dispareunia, perdite di sangue al di fuori della fase mestruale, febbre, perdite vaginali anomale, aumento del flusso mestruale, dolore lombare, sintomi urinari, dolore alla mobilizzazione dell'utero, debolezza, diarrea, vomito, infezioni genitali ricorrenti, contrattura muscolare pelvica.

Approfondimento:
Ureaplasma e Mycoplasma: allarmismo ingiustificato
Complicazioni in gravidanza

 

La cura ideale per vaginiti, vaginosi, candida e citolisi

Le cure delle infezioni vaginali prevedono due tipi di approccio terapeutico:

Purtroppo la terapia di prima scelta nel trattamento delle infezioni vaginali è antibiotica. Gli antibiotici alterano la flora batterica vaginale ed intestinale, sensibilizzano le mucose e abbassano le difese immunitarie. Inoltre spesso l'antibiotico scelto risulta errato per mancata conoscenza della differenza tra vaginiti e vaginosi.

Poiché le infezioni vaginali sono sempre la conseguenza della triade alterazione ph, diminuzione lattobacilli e indebolimento mucosa genitale, invece di combattere i patogeni (quindi la conseguenza) con terapie che hanno sicuri effetti collaterali, sarebbe molto più efficace lavorare sulle cause principali, ripristinando quindi le quantità ottimali di lattobacilli vaginali, abbassando il ph e rinforzando le mucose.

A questo proposito nel nostro forum in questi anni abbiamo accumulato molte esperienze e molte testimonianze sulle terapie utili per le infezioni vaginali. Analizzando i vari risultati ottenuti abbiamo formulato un protocollo basato sui principi attivi che finora hanno dimostrato il miglior rapporto tra beneficio ed effetti collaterali. Il protocollo si chiama “Protocollo Miriam” in onore della prima donna che l'ha sperimentato in maniera completa ottenendo notevoli benefici.

 

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Infatti, se la flora batterica è in equilibrio, il ph è acido e le mucose sono integre, l'arrivo del patogeno viene automaticamente contrastato e l'infezione impedita. Questo concetto è estremamente importante perché è la causa di TUTTE le infezioni genitali e quindi la base dei rimedi naturali proposti dal nostro approccio.

Il miglior comandante non è colui che riporta cento vittorie su cento battaglie, ma colui che vince senza combattere...
(Sun Tzu “Arte della guerra”)

Approfondimento:
Consigli comportamentali in caso di fragilità vulvare
Terapia delle vaginiti e delle vaginosi
Terapia della candida

 

Leggi sul Forum Storie personali di Vaginiti e Vaginosi e Testimonianze di guarigione da Vaginiti e Vaginosi

Bibliografia

  1. “Vaginite aerobica: una forma di alterazione della flora batterica vaginale, distinta dalla vaginosi batterica” Donder GG, Vereecken A, Bosmans E, Dekeersmaecker A, Salembier G, Spitz B. Department of Obstetrics and Gynaecology, University Hospital Gasthuisberg, Catholic University of Leuven, Belgium. BJOG 2002 Jan;109(1):34-43
  2. “Infezioni vaginali un problema banalizzato?" Brunella Guerra U.O. di Medicina dell’Et? Prenatale Unit? Complessa di Istituti di Ginecologia e Ostetricia Universit? degli Studi di Bologna
  3. “Hic sunt escherichiae” “L’ignoto agente era una vecchia conoscenza: sotto mutati aspetti" Sergio Angeletti Riv. It. Ost. Gin. - 2005 - Vol. 8, pag. II
  4. "Ecosistema vaginale: espressione di un equilibrio dinamico" F.De Seta, S.Sacco, E.Bianchini, S.Smiroldo, Businelli C., S.Guaschino
  5. Clinica Ostetricia e Ginecologia- IRCCS B.Garofolo Università degli studi di Trieste
  6. "Fisiopatologia della microflora aerobia ed anaerobia in gravidanza" Alberto Biamonti , Daniele Vittori , Marie Louise Ngouma Tetang Dipartimento Materno Infantile , Unità Operativa Colposcopia Cristo Re , Roma
  7. “L'ecosistema vaginale” Gianna Tempera, 81° congresso S.I.G.O – 46° A.O.G.O.I – 13° A.G.U.I, 20/24 settembre 2005, Bologna
  8. Chieffi, Bonfirraro, Fimiani. “Ginecologia ambulatoriale”, See Firenze
  9. “Efficacia dell’utilizzo del Lactobacilllus paracasei subsp. paracasei F19 nella vaginosi e nella prevenzione delle recidive di vaginite somministrato per via orale contemporaneamente ad un Lactobacil-lus acidofilus per via vaginale”Delia A., Morgante G., Rago G., Musacchio M. C., Petraglia F., De Leo V. Unità di Ostetricia e Ginecologia Dipartimento di Pediatria, Ostetricia e Medicina della Riproduzione Università degli Studi di Siena, Siena
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Le infezioni vaginali possono essere provocate da microrganismi provenienti dal nostro stesso organismo (dall'intestino o dalla stessa vagina) o da microrganismi che provengono dall'esterno.

 

 

Microrganismi provenienti dal nostro organismo

Le infezioni provocate da microrganismi già presenti nel nostro organismo vengono distinte in 4 tipi:

  • le vaginiti aerobiche, tutte le infezioni causate da batteri aerobi di origine prevalentemente intestinale
  • le vaginosi batteriche anaerobiche, le infezioni vaginali più frequenti rappresentate dall'aumento della flora batterica anaerobia di provenienza vaginale
  • le micosi da candida, un microrganismo innocuo presente normalmente nel nostro corpo che in presenza di fattori predisponenti cambia forma e diventa patogeno
  • la citolisi, l'eccesso di lattobacilli di Doderlein può alterare il normale equilibrio vaginale che diventa troppo acido danneggiando le cellule delle mucose.

Non si tratta di infezioni vere e proprie, ma di una colonizzazione eccessiva di microrganismi normalmente presenti in vagina, in cui il rapporto di 1/10 tra patogeni e lattobacilli si innalza fino ad invertirsi in favore dei primi.

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Microrganismi provenienti dall'esterno

Si tratta di germi non presenti nel nostro organismo e che vengono trasmessi attraverso rapporti sessuali con la persona infetta. Per tale motivo queste infezioni vengono definite malattie sessualmente trasmesse (MST). Esse possono essere virali (herpes virus, hpv), batteriche (Chlamydia trachomatis, gonorrhoeae) o causate da protozoi (thricomonas vaginalis).

Alcune MST sono provocate da microrganismi che usano gli organi sessuali solo come strumenti per penetrare nel corpo umano senza provocare danni locali a livello genitale, ma in altre sedi (AIDS, epatite B e C).

La micosi da candida e l'infezione da micoplasmi/ureaplasma non sono malattie sessualmente trasmesse in quanto si tratta di microrganismi già presenti nella normale flora batterica vaginale e che quindi non hanno bisogno del vettore uomo perché avvenga il contagio.

L'infezione vaginale più comune è la vaginosi batterica, seguita dalla micosi da candida, dalla vaginite aerobica e infine dalle infezioni sessualmente trasmesse.

 

Sedi d'infezione e sintomi

I patogeni possono aggredire le mucose vulvari, vaginali, cervicali e/o uterine provocando bruciore intimo (ossia vulvare e/o vaginale), dispareunia, prurito intimo e perdite (non più chiare e trasparenti come di norma, ma grigiastre, bianche o gialle). Spesso l'infezione coinvolge anche l'ultima parte dell'uretra (quella verso l'esterno) e le ghiandole parauretrali dando una sintomatologia più simile a quella dovuta alla cistite, più che all'infezione vaginale: bruciore alla minzione, sensazione di mancato svuotamento, urgenza, frequenza.

Dal meato uretrale l'infezione può risalire attraverso l'uretra fino alla vescica dando origine ad una reale cistite. In questi casi purtroppo viene curata solo la cistite con antibiotici che spesso peggiorano il problema infettivo vaginale. Perdurando lo squilibrio vaginale (incrementato dall'antibiotico stesso) e quindi il serbatoio batterico genitale, aumenteranno le condizioni favorevoli allo sviluppo di ulteriori cistiti e vaginiti.

Davanti ad infezioni vescicali ricorrenti pertanto è indispensabile analizzare anche la situazione genitale per escludere che l'origine di questa cronicità sia dovuta ad un'alterazione della flora batterica vaginale.

Importante allora effettuare un tampone vaginale che ricerchi il valore del ph e la quantità di lattobacilli presenti.

filo spinato

Perché si sviluppi infezione vaginale i patogeni devono essere in grado innanzitutto di raggiungere l'apparato genitale. Ciò viene ostacolato e (in condizioni normali) impedito da alcune barriere in cui essi incappano durante il percorso verso la vagina.

I peli sono il primo ostacolo fisico che incontrano, dopodiché i patogeni vengono contrastati dall'intervento delle secrezioni vaginali.

Queste secrezioni sono particolarmente adatte alla vita di batteri benefici chiamati lattobacilli, che a loro volta condizionano l'ambiente vaginale rendendolo ottimale per la loro sopravvivenza e per il benessere dell'organo stesso.

 

 

Le secrezioni vaginali

Provengono dalle cellule piatte dell'epitelio (quelle che tappezzano la parte più superficiale della parete vaginale) e dalle cellule ghiandolari. Queste secrezioni hanno importantissime funzioni difensive:

  • contengono glicogeno, che viene trasformato in acido lattico sia dalle cellule della mucosa vaginale, sia dai lattobacilli attraverso un processo di fermentazione. L'acido lattico mantiene basso il ph vaginale, creando un ambiente ideale per i microrganismi benefici. Il glicogeno è proporzionale alla presenza di estrogeni: maggiori sono gli estrogeni e maggiore sarà la quantità di glicogeno nelle secrezioni. In menopausa e nelle bambine il livello degli estrogeni è molto basso, il ph più elevato ed i lattobacilli scarsi.
  • il muco vaginale è molto denso. Per i batteri è molto difficile penetrare in questo muco. Per questo le secrezioni vaginali che tappezzano la vagina, rappresentano una efficace barriera fisica impenetrabile dai batteri patogeni.
  • Il muco vaginale contiene fibronectina, una molecola che ha un forte legame specifico coi lattobacilli.
  • Il secreto vaginale è ricco di macrofagi (cellule che mangiano i batteri; aumentano in fase mestruale e diminuiscono se vengono a contatto con spermicidi) e anticorpi (IgA e IgE), che attaccano i microrganismi patogeni.
  • Le secrezioni vaginali sono ricche di sostanze tossiche per i patogeni (chemiochine, citochine, defensine) ad ampio spettro d'azione. Agiscono infatti su batteri gram + e gram-, funghi, protozoi e alcuni virus.
  • Contengono inoltre lattoferrina (che lega il ferro presente togliendolo ai batteri che non sopravvivono senza), zinco (con proprietà antibatteriche) e lisozima (un enzima in grado di distruggere le pareti dei batteri).
  • Contengono lattobacilli, importanti batteri, che competono con i patogeni.

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Lattobacilli

Scoperti da Doderlein nel 1892, i lattobacilli sono i microrganismi più numerosi presenti nella nostra vagina. Essi variano da un milione a 100 milioni!
Questa flora (chiamata flora di Doderlein) è formata principalmente da: Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus fermentum, Lactobacillus plantarum, Lactobacillus brevis, Lactobacillus jensenii, Lactobacillus casei, Lactobacillus cellobiosus, Lactobacillus leichmanii, Lactobacillus delbrueckii, Lactobacillus salivarius.

Sono batteri Gram+, non patogeni, che vivono sia in presenza di ossigeno, che in sua assenza, sia in ambienti a ph acido, che in quelli a ph alcalino (sebbene quest'ultimo gli tolga importanti sostanze nutritive, quali il glicogeno).

Le funzioni che questi batteri hanno a livello vaginale sono molte e fondamentali. La diminuzione di lattobacilli a livello vaginale provoca la crescita di patogeni e favorendo così l'insorgenza di vaginiti, vaginosi, malattie sessualmente trasmesse e candidosi. L'eccesso di lattobacilli provoca invece citolisi.

Vediamo quali sono le importanti funzioni dei lattobacilli.

  • Fermentano il glicogeno (attivato dagli estrogeni) trasformandolo in acido lattico, che contribuisce al mantenimento di un ph acido vaginale.
  • Producono perossido di idrogeno (acqua ossigenata) inibendo la crescita dei batteri patogeni anaerobi (che vivono senza ossigeno), ma anche dei batteri aerobi (che vivono grazie all'ossigeno) in quanto, oltre ad apportare ossigeno letale per gli anaerobi, questo perossido ha azione tossica sulle cellule batteriche aerobie non lattobacillari. I lattobacilli maggiormente produttori di perossido di idrogeno sono il Lattobacillus crispatus e il Lattobacillus Jensenii. I batteri più danneggiati dal perossido sono la gardnerella, l'escherichia coli e lo stafilococco aureo. Alcuni lattobacilli che producono perossido di idrogeno sono efficaci contro la neisseria gohonorreae in quanto formano una sostanza in grado di ridurre la capacità di questo germe di vivere in presenza di perossido.
  • Producono batteriocine, sostanze con effetti antibiotici naturali. Il Lattobacillus casei rhamnosus GRI sembra produrre batteriocine estremamente efficaci verso l'e.coli, il Lattobacillus salivarius ne produce altre attive soprattutto contro l'enterococco fecalis.
  • Si nutrono delle stesse sostanze utili ai microrganismi patogeni anaerobi (per esempio l'arginina) togliendogli quindi nutrimento. Il Lattobacillus brevis è il lattobacillo che più degli altri ha questo effetto ed è quindi indicato nelle vaginosi anaerobiche.
  • Producono biosurfactanti, molecole cioè in grado di richiamare altri lattobacilli in modo da creare una barriera contro i patogeni. Il Lattobacillus acidophilus e il Lattobacillus fermentum producono un surfactante (la surlactina) che inibisce l'adesione di Enterococco faecalis, E.coli, candida albicans.
  • Si legano ai recettori posti sulla mucosa vaginale ed occupandoli tutti, tolgono ai germi patogeni la possibilità di aderire alle pareti vaginali.
  • Si co-aggregano, ovvero riescono a legarsi ai germi patogeni impedendogli quindi di aderire alle mucose vaginali e di riprodursi. Il Lattobacillus acidophilus, il Lattobacillus gasseri e il Lattobacillus jensenii, si legano a Candida albicans, E. coli e Gardnerella Vaginalis.

 

La flora batterica vaginale comprende tre tipi di microrganismi:

  • lattobacilli
  • batteri aerobi
  • flora anaerobia

L'insieme di tutti questi batteri in perfetto equilibrio tra loro forma la normale flora batterica vaginale. In questo equilibrio i lattobacilli rappresentano il 90% dei microrganismi vaginali totali. I batteri aerobi ed anaerobi, che sono potenzialmente patogeni, invece rappresentano meno del 10% di questo totale. Proprio grazie a questo rapporto 1/10 tra potenzialmente patogeni e lattobacilli, i primi non riescono ad avere il sopravvento e a provocare infezione.

Leggi: Come curare le infezioni vaginali

 

 

Lattobacilli

I lattobacilli sono i microrganismi più numerosi presenti nella nostra vagina. 
Questa flora (chiamata flora di Doderlein) è formata principalmente da: Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus fermentum, Lactobacillus plantarum, Lactobacillus brevis, Lactobacillus jensenii, Lactobacillus casei, Lactobacillus cellobiosus, Lactobacillus leichmanii, Lactobacillus delbrueckii, Lactobacillus salivarius.

Sono batteri Gram+, non patogeni, che vivono sia in presenza di ossigeno, che in sua assenza, sia in ambienti a ph acido, che in quelli a ph alcalino.

I lattobacilli svolgono importanti funzioni nella difesa dalle infezioni vaginali: mantengono il ph vaginale acido, producono perossido di idrogeno che inibisce la crescita dei patogeni, producono sostanze antibiotiche, competono con i patogeni per le stesse sostanze nutritive, creano una barriera sulle mucose vaginali, che impedisce ai patogeni di aderirvi e colonizzarle.

La diminuzione di lattobacilli a livello vaginale altera l'ambiente vaginale e promuove la crescita di batteri aerobi ed anaerobi, favorendo così l'insorgenza di infezioni vaginali.

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Batteri anaerobi

Oltre alla flora di Doderlein, in vagina sono NORMALMENTE presenti anche altri microrganismi, tra cui i batteri anaerobi. Essi sono innocui, sebbene potenzialmente patogeni, vivono in assenza di ossigeno e solitamente provengono dalla stessa vagina.

I batteri anaerobi presenti in vagina sono: Peptococcus spp. (o stafilococco anaerobio), Peptostreptococcus spp.(o streptococco anaerobio), Streptococcus, Eubacterium, Bacteroides spp, Bacteroides fragilis, Bacteroides melaninogenicus, Bacteroides oralis, Bacterides disiens, Bacteroides bivius, Bacteroides asacharolyticus, Fusobacterium, Veillonella, Propionibacterium, Bifidobacterium, Clostridium, Ureaplasma spp, Gardnerella, Sarcina, Mobiluncus, Actinomices, Prevotella, Micoplasma genitalis, Trichomonas.

 L'aumento incontrollato di batteri anaerobi a livello vaginale provoca vaginosi batterica.

 

Batteri aerobi

Oltre alla flora di Doderlein, in vagina sono NORMALMENTE presenti anche altri microrganismi, tra cui i batteri aerobi. Come i batteri anerobi anche quelli aerobi sono innocui, sebbene potenzialmente patogeni, vivono in presenza di ossigeno e generalmente hanno provenienza intestinale.

I batteri aerobi sono: Staphyloccus epidermidis, Staphilococcus aureus, Corynebacterium, Streptococcus, Gadnerella vaginalis, Enterococcus, Enterobatteriaceae, Mycoplasma hominis, lieviti/candida, Escherichia coli, Klebsiella pneumonie, Neisseria, Proteus mirabilis, Pseudomonas aeruginosa, Enterobacter.

L'aumento incontrollato di batteri aerobi a livello vaginale provoca vaginite aerobica. Nel caso in cui a prendere il sopravvento fossero i lieviti si avrebbe candidosi.

La salute genitale è data principalmente da tre fattori fondamentali:

  • la presenza di lattobacilli vaginali,
  • il ph vaginale acido,
  • l'integrità delle mucose genitali.

Tutto ciò che compromette una di queste 3 variabili aumenta la possibilità che si sviluppi un'infezione genitale.

Le infezioni vaginali sono sempre la conseguenza della triade alterazione del ph vaginale, diminuzione di lattobacilli e indebolimento della mucosa genitale.
Questo concetto è estremamente importante perché è la causa di TUTTE le vaginiti, vaginosi e candida e quindi dei cura naturale delle infezioni vaginali proposta in questo sito; un approccio che punta al ripristino delle normali difese e che proprio per questo è sempre uguale a prescindere dal patogeno in causa.

 

 

Alterazione della flora batterica vaginale

La candida e gli altri batteri patogeni sono tenuti costantemente in equilibrio dalla flora batterica benefica (soprattutto lattobacilli e bifidobatteri). Questi batteri vanno ad occupare le pareti intestinali e vaginali, togliendo spazio ai germi patogeni, che in questo modo non riescono ad attecchire alle pareti vaginali, uretrali ed intestinali e di conseguenza a provocare infezione.

Nel momento in cui i lattobacilli diminuiscono, i patogeni prendono il sopravvento e cominciano a crescere indisturbati.

Le cause che provocano riduzione della flora batterica vaginale sono: l'eccessiva igiene intima, le terapie anticoncezionali, la menopausa, l'innalzamento del ph vaginale, gli antibiotici.

Scopri come proteggere la mucosa vulvo-vaginale.

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Terapie antibiotiche

Il maggior fattore predisponente all'infezione è paradossalmente l'uso di antibiotici. Le terapie antibiotiche (spessissimo utilizzate inappropriatamente per curare infezioni di vario genere) eliminano oltre al batterio responsabile dell'infezione, anche tutti i batteri benefici che compongono la normale flora batterica vaginale e intestinale provocando squilibrio della flora vaginale in favore dei microrganismi resistenti agli antibiotici (come la candida). E' molto comune infatti l'insorgenza di infezioni vaginali dopo terapie antibiotiche.

Prima di assumere antibiotici prova a combattere influenze, raffreddori, cistite ed altre infezioni con prodotti naturali come il lisozima e la curcuma.

Gianna Tempera (Dipartimento Scienze Microbiologiche e Ginecologiche, Università di Catania) scrive:

È infatti ampiamente dimostrato come la maggior parte dei trattamenti antimicrobici impiegati nelle affezioni vaginali presentino un impatto estremamente negativo sulla flora di Doderlein, complicando così la rigenerazione dei lattobacilli costituenti la flora batterica vaginale normale.

 

Alterazioni ormonali

Un'altra importante causa di infezione genitale è la diminuzione degli estrogeni, con conseguente diminuzione di glicogeno, abbassamento del ph e diminuzione dei lattobacilli, che lasceranno il posto ai patogeni. La probabilità di sviluppare un'infezione genitale aumenterà quindi in tutte quelle situazioni in cui vi è un calo di estrogeni: uno o due giorni prima del ciclo mestruale, in gravidanza, in menopausa, in caso di terapie ormonali anticoncezionali.

Evita quindi le terapie ormonali contraccettive e sostitutive.

Ti potrebbe interessare la nostra convenzione per l'acquisto delle apparecchiature Babycomp (accesso riservato ai soci di Cistite.info APS onlus)

 

Lesioni della mucosa genitale

Una quarta causa è rappresentata da tutto ciò che compromette l'integrità del primo strato della mucosa genitale. Se questo fosse integro infatti riuscirebbe comunque a difendersi da eventuali patogeni che fossero riusciti a eludere il controllo dei lattobacilli. I microrganismi patogeni infatti si attaccano al primo strato di cellule squamose, che formano un pavimento impenetrabile. Queste cellule in continuo rinnovamento si staccheranno portando con sé i patogeni aderiti ad esse e proteggendo in tal modo gli strati di mucosa sottostanti, più deboli e sensibili. Venendo meno questo strato di cellule superficiali più resistenti, la mucosa resta più vulnerabile agli attacchi microbici.

Questo danno epiteliale può essere provocato, da errate abitudini igieniche, dall'abbigliamento stretto (che sottopone la vulva a forte sfregamento), dall'umidità vulvare che provoca macerazione cutanea (causata da abbondanti secrezioni vaginali continue e dall'uso protratto di salvaslip o di indumenti sintetici), dai rapporti sessuali senza sufficiente lubrificazione e desiderio (quindi senza rilassamento muscolare, senza dilatazione vaginale e con aumento dell'attrito), dalle patologie che rovinano il primo strato della mucosa genitale (vulvodinia, vestibolodinia, infezioni genitali ricorrenti, infiammazioni genitali, dermatiti vulvari, dermatosi vulvari, dispareunia, irritazioni e sensibilizzazioni vulvari).

Nelle adolescenti il rischio di infezione è maggiore rispetto ad una donna adulta per via dell'immaturità delle loro mucose genitali in cui lo strato pavimentoso non è ancora del tutto formato e quindi è maggiormente aggredibile dai patogeni. La stessa cosa vale per le donne in menopausa, le cui mucose vaginali risultano atrofizzate, assottigliate e indebolite dalla carenza di estrogeni.

Ripristina le tue difese genitali con i nostri consigli.

 

Altre infezioni uro-genitali

Candida, cistiti e infezioni vaginali viaggiano a braccetto e si influenzano l'un l'altra.

L'alterazione dell'equilibrio vaginale comporta un abbassamento delle difese genitali femminili. Su questa base qualsiasi attacco (da parte di batteri, virus o funghi) sarà vincente. Le alterazioni che queste infezioni provocheranno sulla mucosa, indeboliranno ulteriormente l'apparato genitale predisponendo la donna ad ulteriori infezioni vaginali.

Scopri come guarire dalla cistite con rimedi e cure naturali.

 

Igiene inadeguata

L'igiene intima frequente, i prodotti detergenti e le lavande vaginali, oltre a togliere meccanicamente la normale flora batterica difensiva, provocano sensibilizzazione e reazioni irritative locali, che inducono un processo infiammatorio, il quale diminuisce ulteriormente le capacità difensive della mucosa vaginale favorendo recidive e sovrainfezioni da altri microrganismi. E' frequentissimo infatti trovare infezioni multiple nei tamponi vaginali.

Leggi nel nostro forum come effettuare l'igiene intima.

 

Rapporti sessuali

Il rapporto sessuale praticato in condizioni di assenza di desiderio, scarsa lubrificazione o contrattura muscolare comporta un maggior attrito effettuato dal pene sulla mucosa vaginale con conseguenti microlesioni, che comprometteranno l'integrità dell'epitelio favorendo infezioni vaginali e cistiti post coitali (da luna di miele).

Scopri come prevenire le cistiti post coitali

 

Debilitazione fisica

 Altri fattori che favoriscono l'insorgere o il perdurare dell'infezione da candida sono tutte quelle patologie, terapie o condizioni che debilitano l'organismo e abbassano il sistema immunitario: terapie cortisoniche e immunosoppressive, chemioterapie, vaccinazioni, infezioni ricorrenti, deficit immunitari, malattie prolungate, dimagrimenti importanti e improvvisi, disbiosi intestinale, intossicazioni da metalli pesanti, alimentazione scorretta, stress, diabete, ecc).

 

Mancata traspirazione cutanea

Se la cute e le mucose più esterne non ricevono sufficiente aria saranno soggette ad umidità, macerazione e sofferenza. L'uso di indumenti sintetici, assorbenti e di salvaslip non permette a questi tessuti vulvari di traspirare provocando macerazione, umidità, sofferenza vulvare e microlesioni, terreni ideali per la riproduzione della candida.

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batteri

La vaginite aerobica è un'infezione vaginale rappresentata dall'aumento della flora batterica aerobia (cioè che vive in presenza di ossigeno) generalmente di provenienza intestinale.

Classificazione

Fino al 2002 le infezioni genitali venivano suddivise in 3 classi: malattie sessualmente trasmesse, vaginosi batteriche e vaginosi specifiche (da Candida o da Trichomonas).

Le infezioni causate da batteri aerobi, che rappresentano circa il 30% delle infezioni vaginali, erano classificate come “vaginosi aspecifiche” o come “flora intermedia”, “flora mista”, o ancora come “altre infezioni”, considerando queste infezioni una forma di passaggio tra la flora vaginale normale e la vaginosi, in base alla vecchia classificazione di Gardner e Dukes in voga dal 1955 (!!).

Nel 2002 Donder definì una nuova classificazione che relegava il termine di vaginosi alle sole infezioni provocate da un aumento della flora batterica anaerobia ed introdusse il termine di vaginite aerobica inserendo in tale categoria tutte le infezioni causate da batteri aerobi di origine prevalentemente intestinale. Ciò ha permesso la distinzione tra due patologie ben differenti e ha consentito di trovare terapie mirate a questo tipo di infezione, che prima veniva curata con farmaci efficaci sui batteri anaerobi (metronidazolo), ma inefficaci sui batteri aerobi.

 

Le cause

La vaginite aerobica ha la stessa origine della vaginosi: l'alterazione della normale flora batterica vaginale con netta diminuzione dei lattobacilli. Al contrario della vaginosi su questa base aumenta la proliferazione dei batteri aerobi intestinali invece che quelli anaerobi.

I microrganismi responsabili di vaginite aerobica sono: Escherichia coli (il maggior responsabile di vaginiti aerobiche), Streptococcus agalactie, Enterococcus, Mycoplasma hominis, lieviti/Candida, Staphilococcus aureus, Klebsiella pneumonie, Neisseria (escluse le specie meningitidis e gonorrhoeae), Proteus mirabilis, Pseudomonas, Enterobacter.

 

I sintomi

la vaginite aerobica è caratterizzata dalla presenza di leucociti e quindi da una franca infiammazione delle mucose con conseguente sintomatologia definita spesso come "bruciore intimo". Mentre la vaginosi è prevalentemente asintomatica, la vaginite aerobica provoca bruciore, prurito, dispareunia, eritema delle mucose vulvo-vaginali talvolta con ulcerazioni, perdite giallastre maleodoranti, ma senza odore di pesce tipico della vaginosi.
Il ph risulta molto più elevato rispetto alla vaginosi e supera addirittura il 6. Come per tutte le infezioni vaginali, è facile che anche ai batteri responsabili di vaginite se ne aggiungano altri responsabili di vaginosi o di malattie sessualmente trasmissibili (HPV, Trichomonas, ecc.).

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La terapia

Le cure delle infezioni vaginali prevedono due tipi di approccio terapeutico:

batteri neri

La vaginosi batterica è una delle infezioni vaginali più frequenti ed è caratterizzata dalla diminuzione dei lattobacilli benefici e dall'aumento della flora batterica anaerobia (cioè che vive senza ossigeno), normalmente presente in vagina in quantità minime.

Due delle vaginosi più comuni sono l'infezione da Gardnerella e quella da Mycoplasma genitalis.

Le cause

I batteri patogeni sono costantemente tenuti sotto controllo dai lattobacilli, che ne impediscono la riproduzione eccessiva e quindi la possibilità di creare malattia. I lattobacilli infatti producono acqua ossigenata, cioè acqua ricca di ossigeno, che impedisce la sopravvivenza o la riproduzione di quei batteri, funghi, virus e mycoplasmi che non vivono in presenza di ossigeno. Inoltre i lattobacilli trasformano il glicogeno presente nelle secrezioni vaginali in acido lattico, che abbassa il ph vaginale rendendo l'ambiente ideale per loro stessi.
In condizioni normali la vagina ospita “solo” 100.000 batteri in ogni grammo di secrezione. Nella vaginosi il numero dei batteri anaerobi arriva a 1000/10000 milioni di microrganismi superando anche di 10 volte quello dei lattobacilli.

In queste condizioni i batteri anaerobi sfuggono al controllo dei lattobacilli e si riproducono indisturbati provocando vaginosi.

Le vaginosi più comuni sono provocate da Stafilococco anaerobio, Streptococco anaerobio, Ureaplasma, Gardnerella, Trichomonas vaginalis, Sarcina, Mobiluncus, Actinomices, Prevotella, Micoplasma genitalis.

 

I sintomi

La vaginosi è caratterizzata da un ph vaginale superiore a 4.5, da abbondanti perdite bianco-grigiastre e maleodoranti, dall'assenza di infiammazione e quindi dall'assenza di sintomi, tipici invece delle vaginiti aerobiche. L'odore tipico della vaginosi è simile all'odore del pesce. I batteri anaerobi infatti in ambiente alcalino producono poliamine (spermina, spermidina, putrescina e cadaverina), sostanze che rendono le secrezioni maleodoranti. L'odore diventa più forte in fase post mestruale e dopo i rapporti sessuali perchè sangue e sperma sono alcalini e favoriscono quindi il rilascio di queste poliamine maleodoranti. Queste sostanze nel tempo provocano esfoliazione dell'epitelio vaginale facendo insorgere bruciore, prurito e dispareunia. L'indebolimento delle mucose inoltre può dar luogo ad infezioni più importanti (spesso le vaginosi si accompagnano ad altre infezioni), a sensibilizzazione locale e alla cronicizzazione del dolore.

 

La diagnosi

La diagnosi di vaginosi viene posta se sono presenti questi parametri:

  • secrezioni abbondanti (leucorrea) e uniformi,
  • ph vaginale superiore a 4.5,
  • odore di pesce dopo aver messo a contatto le secrezioni con idrossido di potassio (whiff test, o fish test, o amine test, o odor test, o sniff test, o fishy odor test, o test dell’odore fetido),
  • presenza nelle secrezioni valutate al microscopio di clue cell, cioè di cellule epiteliali che hanno sulla loro superficie numerosi batteri patogeni attaccati (se queste cellule sono almeno il 20% del totale delle cellule epiteliali nelle secrezioni il test è positivo),
  • assenza o diminuzione drastica di lattobacilli,
  • tampone vaginale. positivo a Gardnerella o Mobilunculus,
  • test di Nugent positivo (permette di valutare la gravità della vaginosi rapportando la quantità di batteri presenti alla quantità di leucociti presenti: da 7 a 10 sarà una vaginosi franca, da 3 a 6 una vaginosi al limite tra normalità e patologia, al di sotto del 3 la vaginosi è assente.

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La terapia

Le cure delle infezioni vaginali prevedono due tipi di approccio terapeutico:

batteri_cocchi

I Mycoplasmi sono i batteri più piccoli che esistano in natura. Possono sopravvivere sia in presenza che in assenza di ossigeno. Sono presenti in tutte le specie viventi: nelll'uomo, nei pesci, negli uccelli, nei rettili, sulle piante. I Mycoplasmi più comuni nell'uomo sono il Mycoplasma hominis (lo si trova nel 10% dei tamponi vaginali positivi ai Mycoplasmi e provoca vaginiti) e l'Ureaplasma urealyticum (nel 90% dei tamponi, provoca vaginosi). Minore è la presenza di Mycoplasmi penetrans e genitalium, la cui capacità di provocare malattia è dubbia.

Cistite.info ha messo appunto uno Schema di cura specifico per aiutarti a combattere e prevenire le infezioni da Mycoplasma e Ureaplasma.

 

Le cause

In base alle fonti letterarie piuttosto discordanti, l'Ureaplasma in quantità inferiori a 1000/10.000 UCC (unità cambianti colore) è considerato un microrganismo facente parte della normale flora batterica e quindi innocuo fino a che condizioni di deficit immunitari e alterazione dei normali equilibri genitali non gli consentono di riprodursi in maniera incontrollata. Non c'è consenso sulla carica patologica da trattare, ma indicativamente non si procede a terapia se non vi sono sintomi.
Le donne più colpite dall'infezione sono quelle fertili con età compresa tra i 20 ed i 40 anni (70% delle infezioni totali da Mycoplasmi). Tuttavia vengono contagiate anche bambine ed anziane che non hanno rapporti. Questo dimostra che il contagio non avviene per via sessuale e che pertanto questo tipo di infezione non deve essere classificata come malattia sessualmente trasmissibile (MST).

 

I sintomi

A livello uretrale i Mycoplasmi provocano: secrezioni, stranguria (dolore ad urinare), disuria (disturbi della minzione).

A livello genitale: bruciore vulvare, prurito, xantorrea (perdite gialle e sierose), dispareunia, infezioni vaginali concomitanti.

L'Ureaplasma riesce a trasformare l'urea in ammoniaca rendendo molto alcalino l'ambiente in cui si trova. L'alcalinità vaginale comporta sofferenza dei lattobacilli vaginali aprendo la porta ad infezioni sovrastanti (soprattutto Candida, Gardnerella, Streptococco beta emolitico).

 

La diagnosi

I Mycoplasmi non vengono rilevati con gli esami colturali tradizionali, ma bisogna farne richiesta specifica.
Possono essere ricercati tramite tamponi (vaginali, cervicali e uretrali), urinocoltura, spermiocoltura e nel sangue tramite prelievo ematico.

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Terapia

La cura delle infezioni da ureaplasma e Mycoplasmi prevede due tipi di approccio terapeutico:

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Il D-mannosio si è rivelato efficace anche sulle infezioni urinarie da Ureaplasma.

"Ragazze, sono qui a scrivervi la mia testimonianza sul l'ureaplasma!!!! E bene si!!! Dopo mesi e mesi di continui rifiuti di prendere antibiotici ho debellato questo maledetto che si trovava oltre che in vagina anche in vescica attraverso l'utilizzo dell D-Mannosio!!!!
Il tutto mi è' stato consigliato al reparto di ginecologia del negrar, dopo una visita per endometriosi, ebbene, con mio enorme stupore ha funzionato. Il carico iniziale indicatomi e' stato 4/5 dosi giornaliere, per poi passare dopo 10 giorni a 3 dosi. Già al secondo giorno ho notato una differenza, non tanto nella sintomologia ma nell aspetto della mia pipì, che sembrava torbida e con petacchie bianche, solo dopo 4/5 giorni ho iniziato ad avere un po' di benessere sui sintomi, che piano piano dono andati sempre più a diminuire!
Ragazze, di cuore, spero che questa mia testimonianza possa essere di aiuto a tutte quelle che come me trovano in questo forum il proprio faro in un periodo buoi."
Simonetta 23/09/2014 (Cistite.info)

 

Ureaplasma e Mycoplasma sono davvero pericolosi?

No, non lo sono. A conferma di ciò abbiamo molte testimonianze sia delle nostre utenti, sia dai medici, sia da numerosi studi.

“Riporto la mia testimonianza in merito alle infezioni da Ureaplasma. A novembre faccio un tampone vaginale da cui vien fuori una positività all'ureaplasma. Contatto il mio ginecologo perchè da agosto avvertivo fastidi vari. Speravo di aver trovato la causa di quei fastidi e quindi curo l'ureaplasma con l'antibiotico nonostante il mio ginecologo mi avesse detto che i fastidi che avvertivo non erano dovuti all'ureaplasma. Anzi a detta del mio ginecologo l'ureaplasma non crea problemi nè di fertilità nè di altro tipo ed è del tutto asintomatico. Anche mio marito, del tutto asintomatico, cura l'ureaplasma con antibiotico anche perchè stiamo provando ad avere un figlio e molti ritengono che l'ureaplasma tagli la testa degli spermatozoi!!Nonostante la cura i miei fastidi non passano e infatti il mese successivo il Dottor Pesce mi diagnostica una vestibolodinia di media intensità. Quindi i fastidi che provavo non dipendevano dall'ureaplasma. Anche il Dottor Pesce mi conferma che l'ureaplasma è asintomatico e non va curato (…) Il Dottor Pesce mi ha precisato che molti ginecologi quando si trovano di fronte a questo tipo di infezione si allarmano perchè la ritengono molto pericolosa. In sostanza ci sono 2 scuole di pensiero al riguardo. Tra l'altro anche l'urologo a cui mi ero rivolta prima della visita dal Dottor Pesce sosteneva che non si tratta di infezione pericolosa”
Arual 22/04/2015 (cistite.info)

Approfondimento: allarmismo ingiustificato su Ureaplasma e Mycoplasma

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La Gardnerella (definita anche corinebacterium vaginae o haemophilus vaginalis) è un piccolo batterio anaerobio presente in vagina nel 30% delle donne in quantità minime, non sufficienti a provocare malattia.

Nonostante l'infezione da Gardnerella sia stata inserita recentemente tra le vaginosi anaerobiche, sono purtroppo ancora molti gli specialisti che la considerano una malattia sessualmente trasmissibile, tanto che, essendo di solito assente nelle bambine, la sua presenza vaginale suggerisce loro il sospetto di abusi sessuali.

 

 

Le cause

La diminuzione o l'assenza di lattobacilli vaginali permette alla Gardnerella di prendere il sopravvento e di riprodursi incontrollata.
Finchè resta sotto controllo la Gardnerella è innocua e non dà alcun sintomo. Nel momento in cui supera il numero di lattobacilli si comincerà ad avvertire la sua presenza.

 

I sintomi

Quando la Gardnerella prende il sopravvento sui lattobacilli è possibile che si manifestino alcuni sintomi quali: abbondanti secrezioni bianco-grigiastre maleodoranti (odore di pesce, soprattutto dopo il contatto con sostanze alcaline come sangue mestruale, sperma, detergenti alcalini, bicarbonato di sodio), bruciore leggero, irritazione e più raramente prurito genitale (definito spesso prurito intimo).

Come per le altre infezioni vaginali non è chiaro se la malattia infiammatoria pelvica e le complicanze in gravida o sul neonato siano una conseguenza di questi microrganismi patogeni, della mancanza di lattobacilli o di altro.

 

La diagnosi

La valutazione dell'infezione da Gardnerella viene fatta attraverso i test utilizzati per la diagnosi delle vaginosi: il tampone vaginale, il fish test, la rilevazione del ph (che risulta superiore a 4,5), la presenza di clue cell, il test di Nuget.

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La terapia

Le cure delle infezioni vaginali prevedono due tipi di approccio terapeutico:

lattobacilli

La citolisi è un'infezione vaginale provocata dall'aumento eccessivo di lattobacilli di Doderlein normalmente presenti nelle secrezioni vaginali.

I lattobacilli sono batteri "buoni", che proteggono la donna dalle infezioni vaginali.  Tuttavia un eccesso di lattobacilli di Doderlein può alterare il normale equilibrio della flora vaginale. L'eccesso di lattobacilli infatti, abbassa troppo il ph vaginale, che diventa troppo acido danneggiando le cellule delle mucose. Citolisi vuol dire infatti distruzione delle cellule.

 

Le cause della citolisi

Si suppone che alla base di tale patologia ci siano fattori genetici, alterazioni immunitarie locali o un apporto spropositato di lattobacilli dall'esterno (tramite per esempio terapie vaginali con probiotici senza effettiva necessità).

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I sintomi della citolisi

La sintomatologia può essere assente, ma laddove presente è simile a quella provocata dalla candida: prurito, bruciore, perdite biancastre abbondanti, con peggioramento (o insorgenza) nella fase premestruale.

 

La diagnosi di citolisi

La diagnosi di citolisi viene effettuata tramite tampone vaginale che valuti anche il ph ed i lattobacilli. Se il ph è molto acido (sotto il 3,5) e i lattobacilli elevati, si è presumibilmente di fronte ad una citolisi. Il ph può essere rilevato comodamente a casa utilizzando gli stick per la valutazione del ph vaginale.
Anche la quantità di lattobacilli presenti in vagina può essere rilevata comodamente a casa: il Gyno-canestest è un tampone vaginale, che misura il ph vaginale rivelando l'eccesso o il difetto di lattobacilli.

Il riscontro di quantità eccessive di lattobacilli è importante sia per escludere che si tratti di un'infezione da candida (vista la sintomatologia simile), sia per evitare di introdurre ulteriori lattobacilli, che alimenterebbero la citolisi peggiorando la sintomatologia.

 

La cura della citolisi

La migliore terapia consiste in lavande con bicarbonato di sodio (1/2 cucchiaino) disciolto in acqua tiepida (200cc), a giorni alterni, per un periodo non troppo lungo per evitare di incorrere nella situazione opposta di eccessiva alcalinizzazione, diminuzione drastica di lattobacilli e insorgenza di vaginosi batterica o vaginite aerobica.